12.0209 report on "Computers, literature and philology"

Humanist Discussion Group (humanist@kcl.ac.uk)
Sun, 20 Sep 1998 07:28:11 +0100 (BST)

Humanist Discussion Group, Vol. 12, No. 209.
Centre for Computing in the Humanities, King's College London
<http://www.princeton.edu/~mccarty/humanist/>
<http://www.kcl.ac.uk/humanities/cch/humanist/>

Date: Sat, 19 Sep 1998 19:37:40 +0200
From: Otfried Lieberknecht <lieberknecht@ber.netsurf.de>
Subject: Computer, literature and philology

Forwarded on behalf of Giuseppe Gigliozzi <GIGLIOZZI@AXRMA.UNIROMA1.IT>
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Nei giorni tra 7 e il 9 settembre 1998, organizzato dalla School of
European Languages and Cultures dell'Universita' di Edimburgo (e
grazie al lavoro di Anna Middleton, Domenico Fiormonte e Jon Usher) si
e' svolto un seminario internazionale dal titolo "Computer, literature
and philology" [...].

L'elenco dei partecipanti e' risultato estremamente qualificato e i
lavori hanno preso fin dalle prime battute un andamento di franca
discussione, di confronto di idee e di posizioni. La documentazione
del seminario puo' essere trovata all'indirizzo:

<http://www.ed.ac.uk/~esit04/seminar.htm>

Nel corso delle tre giornate si sono alternate presentazioni di
iniziative e di realizzazioni in diversi settori della letteratura e
della linguistica a interventi d'impostazione maggiormente teorica.
Gli argomenti affrontati hanno toccato i piu' rilevanti temi del
nostro settore. Dalla linguistica computazionale si e' passati a
riflessioni sul testo dal punto di vista teorico ed epistemologico,
dalla proposta di punti di vista operativi (che pur non volevano
perdere di vista l'aspetto scientifico della questione), si e'
arrivati a tentativi di riflessione e definizione della materia dal
punto di vista della ricerca e del suo insegnamento.

La cosa che maggiormente ha colpito i partecipanti all'incontro e'
stata la convergenza di problematiche e di proposte che studiosi con
formazione diversa, con obiettivi differenti e di paesi lontani tra
loro andavano via via mettendo sul terreno. Quasi che, dopo ormai non
piu' pochi anni, gli operatori del settore abbiano accumulato un
"sapere" che li porta a confrontarsi ovunque e comunque con le stesse
problematiche.

La riflessione, quindi, muoveva dalla necessita' di una definizione
degli oggetti che sono al centro del nostro lavoro per arrivare al
tentativo d'individuazione delle corrette vie d'intervento sia nel
settore della ricerca, sia in quello della didattica.

Per quello che riguarda il lavoro sul testo, tema centrale e' stato
sicuramente il problema della codifica e della corretta conservazione
dell'informazione nel momento della memorizzazione. Molto si e'
discusso sulle potenzialita' delle norme proposte dalle TEI Guidelines
e sui i problemi che si incontrano quando si cerca di applicare questo
set di marcatori (che ovviamente costituiscono un linguaggio formale)
a documenti la cui organizzazione strutturale e' di cosi' difficile
comprensione da farli apparire "privi di struttura", se non
addirittura appartenenti a piu' strutture in competizione tra loro. La
certezza acquisita che l'operazione di codifica costituisce il nodo
centrale del lavoro sul testo s'affianca alla constatazione delle
difficolta' attuali e alla necessita' di individuare strade per il
futuro. Parallelamente la consapevolezza che la realizzazione di testi
elettronici pone in grande evidenza la questione della validita'
scientifica del testo, della sua molteplicita' e - in una certa misura
- della sua stessa realta' e' servita a introdurre la questione del
rispetto dell'originale, accompagnata dalla richiesta d'una sorta di
"deontologia", di "codice etico" dello studioso in era multimediale.

Per quello che riguarda l'insegnamento (sia delle materie
tradizionali con l'ausilio del computer, sia dell'informatica
umanistica) tutti gli interventi hanno insistito sull'esigenza che, a
fianco alla necessita' di offrire agli studenti - studenti d'area
umanistica oltretutto - le necessarie competenze pratiche per
utilizzare nuove tecnologie, deve rimanere viva l'attenzione
all'aspetto teorico-metodologico per garantire una corretta
interpretazione del fenomeno. Questa consapevolezza pone in grande
risalto la necessita' d'intreccio tra didattica e ricerca e, quindi,
l'importanza d'utilizzare anche per la didattica prodotti standard che
garantiscano agli studenti la corretta comprensione dell'operazione
che si sta compiendo. Piu' volte si e' affacciata l'ipotesi di
un'indissolubile legame del futuro delle discipline umanistiche con
quello dell'informatica umanistica, affiancata alla richiesta di
accendere, nelle varie Universita' e situazioni, insegnamenti che
consentano una maturazione e una completa definizione della disciplina
e del suo insegnamento.

Altro tema interessante ha riguardato la difficolta' di rendere
disponibili e valutare allo stesso modo lavori, prodotti e
riflessioni nati in aree linguistiche diverse da quella inglese.
Ovviamente non c'e' stato nessun arroccamento preconcetto, ma la
presa d'atto d'una difficolta' oggettiva e l'impegno di cercare
soluzioni.

Nelle giornate edimburghesi si e' anche progettato di dare stabilita'
e periodicit=D3 a questi incontri, mantenendoli interdisciplinari, ma
focalizzati, per quanto riguarda le applicazioni, sugli Italian
Studies. Roma e Madrid sono due delle possibili future sedi.

Giuseppe Gigliozzi

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Giuseppe Gigliozzi

Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari
Facolta' di Lettere e Filosofia - Universita' di Roma "La Sapienza"
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Piazza Aldo Moro, 5 - 00185 Roma Italia
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http://rmcisadu.let.uniroma1.it/crilet

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Humanist Discussion Group=20
Information at <http://www.kcl.ac.uk/humanities/cch/humanist/>
<http://www.princeton.edu/~mccarty/humanist/>
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